Controforum di Istanbul: il giorno dei movimenti internazionali

Le conseguenze della diminuzione delle fonti idriche, una diminuzione legata principalmente all’aumento della popolazione mondiale e al riscaldamento climatico che, a detta di tutti gli esperti, provocherà fortissime tensioni nelle zone del mondo a più alto rischio di siccità: il bacino del Mediterraneo, Medio Oriente, Cina del nord, Asia del sud e Stati Uniti del sud-ovest. Questo il tema centrale del Forum Mondiale dell’acqua in corso ad Istanbul.

Uno degli appuntamenti più significativi per il Forum Alternativo riunitosi fino a domenica 22 marzo. Si trattava dell’«International Day», la giornata d’iniziativa internazionale. La mattina alle 11 si è tenuta la conferenza stampa durante la quale le centinaia di movimenti, organizzazioni e reti continentali in difesa dell’acqua riuniti in Turchia per contestare la legittimità del Forum ufficiale, hanno presentato le proposte sorte dalle giornate di seminari comuni, attraverso una rappresentanza di cinque persone, una per continente.
In particolare sono state denunciate le pratiche repressive del governo turco durante le giornate dei vertici mondiali, quando, sotto gli occhi della stampa internazionale, la polizia in tenuta antisommossa ha caricato circa 300 manifestanti arrestandone 17. Due di loro sono stati successivamente espulsi. I movimenti hanno anche dichiarato l’illegittimità del World Water Forum e chiesto ufficialmente ai governi di disconoscere il World Water Forum.
Sempre nella mattinata, fra i numerosi incontri previsti, era presente anche la deputata curda Sebahat Tuncel, che ha incontrato alcuni eurodeputati, oltre che i rappresentanti della Fal, la rete delle autorità locali. Tra i vari interventi anche quello del presidente palestinese Mahmud Abbas che ha lanciato un appello, in un messaggio letto nel corso del Forum, a risolvere rapidamente la questione dell’acqua nei territori palestinesi senza attendere la conclusione di un accordo di pace. «La situazione – ha dichiarato Abbas – è non solamente ingiusta ma inutile: i palestinesi ritengono da lungo tempo che la questione dell’acqua debba essere ritirata dalle dinamiche di conflitto e in particolare da questo conflitto».

Durante il pomeriggio invece era previsto un intervento di un rappresentante del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, che assieme ad un rappresentante delle Ong europee, ha illustrato la difficile situazione dell’Europa in tema di acqua, nonché gli obiettivi e le sfide della neonata Rete Europea.
Per la prima volta inoltre, Forum e Controforum hanno avuto un momento di interscambio attraverso la partecipazione di Maude Barlow, Senior Advisor on Water Issues per l’Onu. Il Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel d’Escoto, è stato presente attraverso un lettera personale di sostegno al Forum Alternativo.

Inoltre gli attivisti che in questi giorni hanno partecipato ai seminari del Forum ufficiale, hanno denunciato il clima di tensione e stretto controllo da parte della polizia, che ha vietato la distribuzione di materiale informativo all’interno del Centro Congressi, ed era presente con una massiccia presenza nei workshops e negli internet point. Si è parlato di «divieto di manifestare» e di «paura di parlare liberamente». Dall’altra, è stata sottolineata la totale deficienza di risposte esaustive da parte dei rappresentanti delle grandi multinazionali – Veolia, Coca Coca – sui grandi temi riguardanti la distribuzione delle risorse idriche, e in particolare sull’aumento del prezzo dell’acqua nonostante la crisi economica mondiale.
La stessa Maude Barlow ha parlato di un «Forum gestito dalle stesse persone che hanno creato la bancarotta mondiale». «E’ un Forum per loro stessi – ha detto Barlow – per cercare una soluzione economica al problema idrico».

www.acquabenecomune.org

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