Silvio tra Ruby e Nadia.Ma nonostante tutto il PD non prende voti.

Il problema alla fine è sempre lo stesso, la mancanza di un’alternativa. Per quanto Berlusconi e la sua maggioranza siano al capolinea, per quanto tutto il mondo si chieda perché l’Italia continui a farsi governare da un caso umano, il fatto è che il Pd da questo tracollo dell’avversario non guadagna un voto. Anzi, ne perde sempre di più. Oggi i sondaggi segnalano il partito di Bersani sotto la soglia del 25 per cento. Franceschini aveva il 26 quando Berlusconi girava ancora l’Italia come l’umo dei miracoli, e fu considerato un risultato catastrofico. Da allora vi sono stati la rottura con Fini, il ribaltone in Sicilia, il boom di disoccupati, il fallimento di tutte le promesse di riforme e un’infinita serie di scandali fra il grottesco e il disperato. E il principale partito d’opposizione ha perso altri voti.

È un fenomeno mai visto in nessuna democrazia occidentale. Di solito, quando un sistema di potere va in crisi, e questo berlusconiano è ormai alle comiche finali, l’opposizione è pronta a prendere in mano il governo con nuove elezioni. È la via più diretta e naturale. Qui in Italia invece l’oggettiva debolezza del Pd impone una serie di arabeschi, da un governo tecnico non si sa bene guidato da chi a una pazzesca proposta di alleanza elettorale da Fini a Vendola, al cui confronto l’Unione era un patto d’acciaio.

Non è esattamente la loro specialità, ma è venuta l’ora per il gruppo dirigente del Pd di farsi venire qualche idea. Magari di sinistra. Visto che a sinistra perdono milioni di voti. Da dove cominciare? C’è l’imbarazzo della scelta. Ma il primo punto è la lotta alla precarizzazione dei giovani. Se perfino il governatore di Bankitalia Draghi sostiene che la scarsa produttività e la ridotta crescita del sistema italiano si spiegano con l’esclusione di un paio di generazioni dalle certezze del lavoro regolare, forse il maggior partito del centrosinistra può trovare il coraggio di invertire una rotta disastrosa.

Da anni gli economisti del Pd ci raccontano che la legge Biagi è cosa buona e giusta e moderna. Ma se il risultato di queste meravigliose riforme del lavoro è il 24 per cento di giovani disoccupati, non sarà il caso di farsi qualche domanda?

Berlusconi non si manda a casa con la questione morale, che peraltro Di Pietro è assai più efficace nello sbandierare, ma con una visione alternativa dell’Italia. In tutto, nel lavoro e nelle tasse, nel ruolo della scuola e nella laicità dello Stato, nell’integrazione e nella giustizia. Il Pd ha pochissimo tempo per elaborare e comunicare agli elettori queste nuove idee di sinistra, e quel poco lo sta sprecando nelle solite astutissime trame di palazzo di D’Alema, che al pari delle precedenti e altrettante astute trame, falliranno.

di Curzio Matese – Il Venerdì

3 Comments

  1. so ke è molto dificile ma è mio opinione ke nelle politica nn va bene xke tutti sono giudici ke vano in televizione invece di dicutere per la politica ( nn di certo in televizione) i problemi ke ci sono ma discutono ke uno va con una minorene un con un trans e poi hanno la sedia e nesuno ie la toglie xke guadagnano cosi tanto ke se prendesero come un operaio lo so ke lavorerano molto bene e poi xke nn vano in pensione lavorando 40 anni come noi sai quanti posti di lavoro si trovano ke tutti godesero il pensione (pensione minima ) e nn lavorando dopo con la scusa ke hanno esperienza e cosi i giovani lavorano e bene una domanda a ki di dovere xke qualcuno (in televizione guadagna 1.800.00 euro all anno o anke di piu ) e noi ke lavoriamo di piu nn guadaniomo ne anke 8.000.00 all anno se potete darmelo una rieposta

  2. Bersani e solo espressione del vecchio che non vuole cambiare
    solito Partito Comunista camuffato da PD o detti Progressisti, col cavolo che siete cambiati
    puttanieri lo siete anche voi solo che non si dice e si tiene tutto nascosto le porcate che fate e avete fatto
    meglio il PDL o quello che verrà

    1. Solitamente quando non si sa cosa scrivere per giustificare certe porcherie si attacca gli altri (compreso il bau bau comunista), oltretutto presupponendo cose sull’interlocutore frutto della fervida fantasia (un po’ come le promesse del capo bastone).

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