The Nick Brothers

Nicola Cosentino sarà sicuramente innocente. Sono tutti innocenti, i politici inquisiti. Anche dopo che sono stati condannati. Figuriamoci prima. Certo, se è innocente, Cosentino ha uno strano modo di difendersi, che sembra fatto apposta per farlo apparire colpevole. La sua ultima trovata davanti alla giunta della Camera, che ha votato l’autorizzazione al suo arresto anche coi voti degli ex alleati leghisti, è che è “perseguitato da un ufficio investigativo ad personam”. L’ufficio in questione è la Procura antimafia di Napoli, la stessa che negli ultimi anni ha fatto arrestare centinaia di camorristi latitanti e sequestrare i loro patrimoni, dando modo al governo di cui Cosentino faceva parte di vantare il record dei latitanti catturati e dei beni sequestrati. Naturalmente il merito era di quei pm (e delle forze dell’ordine da essi coordinate) che ora Cosentino definisce “ad personam”. La sua personam. E le personas dei camorristi latitanti dove le mettiamo? A questo punto, qualunque camorrista catturato e ora detenuto avrà lo stesso diritto di Cosentino a dirsi “perseguitato da un ufficio investigativo ad personam”. La sua personam. E poi qualcuno potrebbe timidamente notare che l’ufficio investigativo ad personam il suo arresto l’ha soltanto chiesto, mentre a disporlo è stato un gip. Ad personam anche quello? Parrebbe di sì: del resto la responsabilità penale è personale: quando un gip dispone catture, lo fa per una personam alla volta, non per gli abitanti di un intero quartiere, città, nazione, continente. Non solo: il suo mandato di cattura Cosentino l’ha impugnato al Riesame. Ma l’altro giorno quei tre giudici l’hanno confermato. Ad personam anche loro? Ma certo, come no: tre personas ad personam. E, fra quelle tre personas, Cosentino ne ha individuata una altamente sospetta: il presidente Nicola Quatrano, a suo dire “fortemente connotato politicamente”. È iscritto al Pd o all’Idv o a qualche partito comunista? No, però ha partecipato a una manifestazione no global e, quel che è più grave, si batte da anni in difesa dei diritti umani del popolo saharawi. E l’attinenza delle sorti del Sahara Occidentale con i destini del coordinatore del Pdl campano non può certo sfuggire a un attento osservatore. Il primo mandato di cattura per camorra, quello respinto dalla Camera lo scorso anno (coi voti della Lega), fu addirittura confermato dalla Cassazione, cioè da cinque giudici ad personam, a cui si deve aggiungere il gup ad personam che lo rinviò a giudizio. Ma, sul merito delle accuse, cioè sui suoi rapporti conclamati (non solo da una decina di pentiti, ma anche dalle sue imbarazzanti parentele e addirittura da foto e carte bancarie) con camorristi, Cosentino tende a sorvolare. Invece è molto interessato ai tempi dell’inchiesta “estremamente significativi”, perché la prima delega di indagine alle forze dell’ordine sarebbe stata emessa dalla Procura ad personam il 20 maggio 2008, otto giorni dopo la nomina di Cosentino a sottosegretario. Evidentemente Carmine Schiavone, il pentito dei Casalesi che già nel 1994 parlò di lui, è un medium o un indovino: aveva già previsto che 14 anni dopo “Nick ‘o mericano” (come il nostro statista è affettuosamente soprannominato nella zona di Casal di Principe) sarebbe andato al governo. Insomma la solita indagine “a orologeria”, per dirla con Silvio B., improvvisamente ridestatosi dal letargo alle parole “arresto” e “deputato”. Orologeria rispetto a che, non è ben chiaro, visto che la richiesta di arresto è giunta quando Cosentino non è più ministro e non ci sono elezioni alle viste. Orologeria a prescindere, così, a cazzo. Chissà chi ispira a Cosentino questa astuta e persuasiva linea difensiva. Nemmeno John Belushi e Dan Aykroyd nei Blues Brothers erano arrivati a tanto. Ecco, Nick potrebbe copiare il loro formidabile alibi: “Avevo una gomma a terra, avevo finito la benzina, non avevo soldi per il taxi, la tintoria non aveva portato il vestito, c’era il funerale di mia madre, l’inondazione, e poi le cavallette”. Magari qualcuno che gli crede lo trova.

di Marco Travaglio, IFQ

Lascia un commento